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Chi eravamo noi o chi siamo sotto questo pallore d'un cielo notturno? Domande inquiete ci traversano, sono scie luminose di stelle cadenti che dilatano lo stupore negli occhi se torni con lo sguardo bambino e smarrito ti chiedi la ragione d'ogni cosa.
Chi eravamo e chi siamo ora noi traversati dall'età inquieta dell'ora che stenta nei passi il domani e tutto affidiamo a dei segni, piccoli dèi d'un'altra narrazione di vita. E sgomenti celebriamo ogni nostro respiro in una liturgia che ritualizza l'assenza, improvviso bagliore che squarcia il silenzio quando in ogni parola accade un'attesa.
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Arcangelo Galante
- 14/05/2020 06:36:00
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Immagini intense, concentrate in verso introspettivi, lasciano indubbiamente il segno nel cuore del lettore. Doverosi quesiti e fuggevoli gioie, vissute in un tempo ove l’età ha lasciato vedere ciò che la vita donava. Un bel testo, che ho molto apprezzato!
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Salvatore Pizzo
- 07/05/2020 02:15:00
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Un interrogarsi chè di per sè risposta alle "domande inquiete(che)ci traversano": siamo coloro che, crescendo, imparano ad affinare sempre più le domande, nellattesa di dare risposte con landarsene fuori scena... Sempre piacevolmente stimolante lasciarsi avvincere dalla tua poesia, mio caro Gil. Un caro saluto sempre
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Amina Narimi
- 05/05/2020 23:15:00
[ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]
Sotto il pallore di un cielo notturno, mentre smarriti ripetiamo il perché dei bimbi più amati,mentre inquieti stentiamo i passi e sgomenti celebriamo il respiro io credo che limprovviso di quel bagliore sia davvero lo stupore che < comunque > accada la letizia.
Gil, un respiro inconscio di devozione attraversa il mio grazie di fronte alla tua vera poesia. Ti abbracciofitto il cuore_sempre
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